“Ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature” (LS 11). Lo stupore è un grande dono e sarebbe bello se ciascuno di noi lo portasse sempre con sé. Lo stupore ci permette di guardare al di là delle cose, di vederne la grandezza, di farci stare bene, di sentirci figli prediletti di un Padre buono che ci fa sentire amati in ogni momento: “Quando io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura? Eppure, tu lo hai fatto solo di poco inferiore a Dio e lo hai coronato di gloria e di onore” (Salmo 8,3-5).